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Le colonie estive


Le colonie estive

passaggi da un’intervista a Cleto Zaniboni, già parroco della Parrocchia di San Giovanni a Imola
tratti dal libro “Storia di vite. Sante Zennaro Bene comune” di Amedea Morsiani

Le colonie
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Avendo frequentato occasionalmente la Val Visdende (…) ritenni che fosse il luogo ideale per portarvi ragazzi e famiglie per momenti di svago e di formazione. (…)

Quando, a seguito delle scelte pastorali della comunità di San Giovanni, fui esonerato dalla parrocchia, insieme con il circolo Arci Don Milani decidemmo di chiedere la collaborazione dell’Arci che aveva una struttura organizzativa in grado di raccogliere e gestire le adesioni. Avevo avuto un primo contatto con i servizi sociali dell’Ausl quando chiusero il Sante Zennaro (…).

Quando iniziammo il rapporto con l’Arci, l’Ausl ci contattò per sapere se ci fossero difficoltà a inserire ragazzi seguiti dalle loro strutture. (…) Una decina di ragazzi ogni anno partecipò fino al 1987, anno in cui cessammo l’attività a Prà Marino. L’inserimento di ragazzi problematici all’interno del gruppo, grazie all’opera degli animatori, non creò problemi particolari e fecero vita comune con gli altri in tutta normalità. So per certo che tra i ragazzi assistiti dai servizi sociali ve ne erano alcuni provenienti dal Sante Zennaro, ma non ci siamo mai occupati della cosa e il particolare non ha fatto alcuna differenza. Fu un’esperienza interessante e, credo per tutti, molto educativa: ancora oggi incontro qualcuno di quei ragazzi che la ricorda con piacere e nostalgia. (…) Al di là di qualche litigio occasionale per divergenze di gioco, del tutto normale per i ragazzi della loro età, la convivenza, anche grazie alle iniziative messe in atto dagli animatori, era molto amichevole e festosa, senza alcuna distinzione, anche con i ragazzi che avevano qualche problematica fisica o psichica. Nell’arco degli anni si sono verificati un paio di casi di ragazzi con problemi psichici di una certa rilevanza che sono stati gestiti con il supporto di un animatore appositamente preparato. (…). I ragazzi dovevano curare l’igiene della persona, la cura del loro letto e del loro corredo nonché a turno la pulizia degli ambienti e la corvèe per i pasti. La giornata era organizzata con momenti di libertà di aggregazione nell’ampio prato attorno alla Casera oppure da giochi collettivi proposti dagli animatori. Altri momenti erano dedicati a partite di calcio o di pallavolo. Particolare importanza rivestivano le escursioni, a giorni alterni, per i sentieri della valle, che avevano la durata di una giornata con il pranzo al sacco. In qualche giornata particolarmente calda si andava al fiume. (…)

 

ultima modifica 13/06/2019 17:27 — pubblicato 03/06/2019 11:35