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8 marzo, ancora lunga la strada per la realizzazione dei diritti di tutte

Comunicato stampa 3 marzo 2022

8 marzo 2022: il primo pensiero va alla pace, infranta in questi giorni in Ucraina e in diverse altre zone del mondo. Va alle donne che in tempo di guerra pagano prezzi altissimi in termini di violenza e non solo. Va a tutte le donne che in ogni parte del pianeta lottano per i propri diritti ancora non riconosciuti, contro le prigionie e le restrizioni legittimate dalla cultura patriarcale, contro la violenza di genere, le discriminazioni, gli stereotipi che limitano la libertà in nome del potere maschile. La strada è ancora troppo lunga, perché a dispetto delle dichiarazioni di principio, c’è chi ha lavorato e lavora per allungarla.

Per questo pensiamo che l’8 marzo sia una giornata che dedichiamo alla visibilità del nostro impegno, all’attenzione per le politiche da attuare al fine di colmare la disuguaglianza di genere e garantire i diritti di tutte compreso quello all’autodeterminazione.

I progressi fin qui realizzati scontano il contrappeso di doppi , tripli carichi di lavoro per la mancata redistribuzione del lavoro di cura fra uomini e donne. Una fatica non più sostenibile.

Come Commissione Pari Opportunità abbiamo alle spalle poco più di un anno di lavoro dall’inizio del mandato amministrativo in corso. Abbiamo avanzato proposte concrete sulla violenza di genere, sulle quali abbiamo chiesto alla Giunta comunale un report annuale di avanzamento sulle azioni indicate. Un problema strutturale che continua a colpire molte donne e su cui non si può abbassare la guardia.

Abbiamo avviato un percorso sul linguaggio e la comunicazione, fattori culturali fondamentale per l’affermazione di una cultura di genere, dei generi. Abbiamo aderito alla piattaforma CISDA per progetti di solidarietà con le donne afghane che dall’agosto scorso sono private del diritto allo studio, al lavoro, alla libera scelta del proprio percorso di vita. Un impegno che apre al tema dell’ accoglienza delle donne migranti considerando i problemi e le esigenze specifici della loro condizione, anche in qualità di richiedenti asilo e rifugiate.

Abbiamo avviato un confronto con la Giunta sul Bilancio e sull’impiego delle risorse con un approccio di genere.

Stiamo avviando un piano di lavoro di qui a fine mandato per dialogare con l’amministrazione locale e contribuire all’applicazione di una visione di genere sulle politiche del prossimo futuro in tutti gli ambiti di governo locale.

Oltre all’attenzione alle attività in corso su indicate, i punti centrali dell’impegno:

  • Il lavoro: affronteremo il tema a partire dall’iniziativa formativa promossa dall’Assessorato alle Pari Opportunità sull’imprenditoria femminile per un’analisi delle problematiche legate all’impresa femminile, alle libere professioni, al lavoro autonomo. La pandemia ha inoltre messo a nudo la condizione lavorativa svantaggiata di moltissime donne, spesso precaria o a tempo parziale involontario, inserite nei lavori meno qualificati, penalizzate nei percorsi di carriera e sui livelli salariale. I posti di lavoro persi, in questa congiuntura, erano occupati da donne per oltre il 60%. Il lavoro di cura vale pochissimo se svolto a livello professionale, in ambito famigliare è prevalentemente sulle nostre spalle e non riconosciuto. Ne abbiamo accusato tutta la fatica durante il lockdown e ancora con lo smart working che va riorganizzato. Servono cambiamenti dell’organizzazione del lavoro e un ripensamento degli spazi, degli orari e dei luoghi della città prevedendo servizi di prossimità sul territorio. Pensare alla conciliazione fra lavoro fuori casa e lavoro di cura come qualche anno fa non è più adeguato all’oggi. Quanto alle molestie sul lavoro oltre all’accordo sottoscritto da imprese, sindacati e Circondario, sarebbe opportuno indagarne la presenza e l’estensione reali nei luoghi di lavoro.

  • Il diritto all’aborto: dai dati regionali il territorio imolese conta nella propria azienda sanitaria, secondo i dati disponibili più aggiornati relativi al 2020, il 42,86% di ginecologi obiettori, cioè quasi la metà dei medici che devono garantire l’applicazione della L.194, come sottolineato anche da un’interrogazione in Regione del gruppo Europa Verde che riporta i suddetti dati. Occorre una verifica sull’attuazione della normativa, sull’efficacia dell’azione dei servizi sanitari e del Consultorio.

  • Continueremo a chiedere una norma regolamentare in materia di Toponomastica per colmare il divario di genere nell’assegnazione dei toponimi , seguendo il lavoro sulla avviato negli anni scorsi. Diamo atto all’Amministrazione di aver recepito di recente i suggerimenti della Commissione nell’assegnazione di tre nuovi toponimi.

  • Proporremo un sistema di rilevazione dell’ impatto di genere dei progetti e delle politiche attivate sul territorio in tutti gli ambiti del governo locale al fine di rilevare la loro efficacia nel colmare il gender gap e nel rimuovere gli ostacoli alle pari opportunità e alla diffusione della cultura di genere e dei generi.

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ultima modifica 28/11/2022 13:46 — pubblicato 05/03/2022 16:12
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